Slow Food, senza mai rinnegare l’importanza del diritto al piacere legato al cibo, si è trasformato in soggetto politico, esattamente come le comunità del cibo di Terra Madre, che si caratterizzano per intelligenza affettiva e austera anarchia e che, grazie alla rete che le unisce, possono far valere i loro diritti.
Emerge dal Congresso mondiale di Slow Food n. 6, andato in scena al Salone del Gusto e Terra Madre di Torino. Di fronte ai 650 delegati da 95 Paesi del mondo, è stato il presidente di Slow Food, Carlo Petrini, confermato proprio oggi presidente internazionale dell’associazione, a fare il punto sulla cultura alimentare di oggi e le sfide da vincere domani: "è interessante che in un periodo di crisi come quello attuale, il cibo sia relegato nell’opprimente contesto ludico della tv.
Questa non è gastronomia, è pornografia alimentare. Il cibo ha perso valore, è diventato merce. Occorre invece tornare a un approccio olistico, e per fare questo bisogna ascoltare le quattro categorie da cui possiamo imparare tanto e che invece sono relegate ai margini della società: donne, anziani, contadini, indigeni".
Parole cui hanno fatto eco quelle di padre Zanotelli, l’ex missionario che oggi opera a Napoli: "non aspettiamoci più nulla dall’alto, adesso tocca a noi. L’economia di uguaglianza, l’equa distribuzione dei beni, sono valori presenti nella religione ebraica come in quella cristiana e il fatto che solo adesso si parli di diritto al cibo è scandaloso. La politica finora ha fallito perché in balìa dei potentati economici, delle multinazionali. Nella guerra contro i poveri, ha vinto la finanza.
La povertà è creata, la fame è voluta: le persone non muoiono di fame, vengono ammazzate di fame. Nel mondo si spendono 1.740 miliardi di dollari l’anno in armamenti per proteggere cosa? L’attuale sistema di vita". Lo stesso che consente la pratica del land grabbing, soprattutto in Africa: Governi e multinazionali che acquistano grandi terreni per produrre biocarburanti e alimenti destinati esclusivamente all’esportazione. Se Slow Food e Terra Madre riuscissero a riunire soggetti diversi legati da una visione comune, tutti insieme potrebbero spingere per cambiare le cose come una sorta di "lobby virtuosa".
Fonte: winenews.it del 29/10/2012
martedì 30 ottobre 2012
sabato 27 ottobre 2012
NEWS: CREATIVITA' + TERRITORIO = LAVORO
Creare 100.000 posti di lavoro in tre anni? Non è un sogno, ma una possibilità che nasce dall’incontro tra creatività e territorio, un connubio capace di far nascere mestieri nuovi da saperi antichi.
Qualche esempio? Innanzitutto il "Sommelier della frutta", una figura professionale, nata grazie ad Onafrut della Coldiretti, che si propone di insegnare alle nuove generazioni e non a riconoscere varietà, grado di maturazione, sapore, colore, origine e profumo di mele, pere, pesche e tanto altro.
Poi, grazie al boom degli orti in città, si aprono nuove possibilità per i "personal trainer della zappa", che offrono assistenza a domicilio a chiunque voglia provare la soddisfazione di produrre pomodori ed insalata sul proprio terrazzo.
E ancora, l’"agrigelataio", perché produrre latte non vuol dire solo fare formaggio, ma anche farlo incontrare con la frutta dell’azienda e dar vita ad un gelato da leccarsi i baffi. Ma nuove possibilità arrivano anche dall’inarrestabile passione degli italiani per la birra, che nasce da produzioni tipiche come grano, farro e castagne. Senza dimenticare le infinite opportunità offerte dal web, tra community, blog, social, app dedicate al wine & food.
Fonte: winenews.it del 26/10/2012
Qualche esempio? Innanzitutto il "Sommelier della frutta", una figura professionale, nata grazie ad Onafrut della Coldiretti, che si propone di insegnare alle nuove generazioni e non a riconoscere varietà, grado di maturazione, sapore, colore, origine e profumo di mele, pere, pesche e tanto altro.
Poi, grazie al boom degli orti in città, si aprono nuove possibilità per i "personal trainer della zappa", che offrono assistenza a domicilio a chiunque voglia provare la soddisfazione di produrre pomodori ed insalata sul proprio terrazzo.
E ancora, l’"agrigelataio", perché produrre latte non vuol dire solo fare formaggio, ma anche farlo incontrare con la frutta dell’azienda e dar vita ad un gelato da leccarsi i baffi. Ma nuove possibilità arrivano anche dall’inarrestabile passione degli italiani per la birra, che nasce da produzioni tipiche come grano, farro e castagne. Senza dimenticare le infinite opportunità offerte dal web, tra community, blog, social, app dedicate al wine & food.
Fonte: winenews.it del 26/10/2012
mercoledì 24 ottobre 2012
NEWS: FRANCIA & ITALIA AL TOP PER I DISTRIBUTORI
In un mercato sempre più competitivo come quello del vino, la concorrenza del "Nuovo Mondo" enoico (Stati Uniti, Sudafrica, Australia, Argentina e Cile) agli storici produttori europei è sempre più agguerrita, ed oggi un distributore del settore ha in portafoglio etichette di almeno 8 Paesi diversi.
Eppure, il prestigio e l’immagine dei vini di Francia, Italia e Spagna è in continuo miglioramento, così come quella di Argentina e Sudafrica, mentre l’Australia perde ammiratori.
Ma quali sono i punti di forza dei diversi Paesi? Francia ed Italia, nell’immaginario dei distributori sentiti dall’istituto francese Sopexa, hanno un profilo simile: vini da grandi occasioni, un’offerta ampia, buona immagine del Paese, costanza nella qualità, buone relazioni con i fornitori e disponibilità in termini quantitativi, mentre la Spagna è apprezzata soprattutto per l’attrattività dei prezzi, per l’offerta di vini da tutti i giorni, sia facili che da grandi occasioni.
Dall’altra parte dell’oceano, il profilo dei vini statunitensi è molto simile a quello francese, anche se di un livello inferiore sotto ogni punto di vista, eccetto l’innovazione, mentre Cile, Argentina, Sudafrica e Australia, invece, ricalcano l’immagine della Spagna.
Fonte: winenews.it 23/10/2012
Eppure, il prestigio e l’immagine dei vini di Francia, Italia e Spagna è in continuo miglioramento, così come quella di Argentina e Sudafrica, mentre l’Australia perde ammiratori.
Ma quali sono i punti di forza dei diversi Paesi? Francia ed Italia, nell’immaginario dei distributori sentiti dall’istituto francese Sopexa, hanno un profilo simile: vini da grandi occasioni, un’offerta ampia, buona immagine del Paese, costanza nella qualità, buone relazioni con i fornitori e disponibilità in termini quantitativi, mentre la Spagna è apprezzata soprattutto per l’attrattività dei prezzi, per l’offerta di vini da tutti i giorni, sia facili che da grandi occasioni.
Dall’altra parte dell’oceano, il profilo dei vini statunitensi è molto simile a quello francese, anche se di un livello inferiore sotto ogni punto di vista, eccetto l’innovazione, mentre Cile, Argentina, Sudafrica e Australia, invece, ricalcano l’immagine della Spagna.
Fonte: winenews.it 23/10/2012
giovedì 18 ottobre 2012
NEWS: TARTUFO PATRIMONIO UNESCO?
Che il prelibato tartufo, con i suoi profumi e sapori, e con il suo valore economico (fino a 4.000 euro al chilo), sia un patrimonio, nessuno può metterlo in dubbio.
Ma ora c’è chi vuole andare oltre: due delle patrie nobili del "tuber magnatum pico", San Giovanni d’Asso, in Toscana, ed Alba, in Piemonte, in rappresentanza di tutti i territori più importanti per il tartufo italiano (da Acqualagna nelle Marche a Norcia, in Umbria, a San Miniato, ancora in Toscana, per citare le più celebri), firmeranno, il 20 ottobre nella cittadina piemontese, un Protocollo d’Intesa per la candidatura della Cultura del Tartufo a "Patrimonio Immateriale dell’Umanità Unesco".
Difficile credere che la Commissione, inebriata dai profumi del tartufo, non dia prima o poi il suo parere positivo ...
Fonte: winenews.it
Ma ora c’è chi vuole andare oltre: due delle patrie nobili del "tuber magnatum pico", San Giovanni d’Asso, in Toscana, ed Alba, in Piemonte, in rappresentanza di tutti i territori più importanti per il tartufo italiano (da Acqualagna nelle Marche a Norcia, in Umbria, a San Miniato, ancora in Toscana, per citare le più celebri), firmeranno, il 20 ottobre nella cittadina piemontese, un Protocollo d’Intesa per la candidatura della Cultura del Tartufo a "Patrimonio Immateriale dell’Umanità Unesco".
Difficile credere che la Commissione, inebriata dai profumi del tartufo, non dia prima o poi il suo parere positivo ...
Fonte: winenews.it
lunedì 15 ottobre 2012
NEWS: CIBO & EROS IN CUCINA
Il vero nido d’amore? Non più la camera da letto, ma la cucina, luogo di complicità e di seduzione per 7 esperti su 10 tra sessuologi, chef stellati e psicologi intervistati da Polli Cooking Lab, dove tra pentole, fornelli e cibi afrodisiaci, si accende o riaccende la passione e aumenta il feeling di coppia, specie se ai fornelli c’è lui, che, però, deve stupire, coinvolgere in un gioco di seduzione e stimolare tutti i sensi di lei.
Più intima (65%), con più libertà di far ciò che si vuole (61%) e di "giocare" (58%), con la crisi, gli italiani riscoprono il piacere di stare in casa e cucinare, soprattutto nei giorni festivi, quando si raggiunge il record di oltre un’ora davanti ai fornelli ...
mercoledì 10 ottobre 2012
NEWS: CUCINA ITALIANA, LA PIU' AMATA E LA PIU' "TRADITA".
Mentre i mercati internazionali sono sempre più invasi da falso Parmigiano Reggiano o Grana Padano, da altrettanti falsi Prosciutti di Parma o di San Daniele sale alla ribalta una nuova forma di imitazione del made in Italy alimentare: il tradimento della ricetta originale.
Emerge da un’indagine dell’Accademia Italiana della Cucina, tra le 74 delegazioni estere da quasi sessant’anni impegnate in 40 Paesi stranieri, nella lotta al falso alimentare che colpisce, oltre ai prodotti, anche e soprattutto le ricette, molto spesso ben diverse rispetto alle "originali" italiane. La ricerca lascia poco spazio al dubbio: nel 60% dei casi la cucina italiana, all’estero, è realizzata in modo "non molto corretto" o addirittura "maldestro".
E solo nel 40% dei casi risulta "ben interpretata". Questo accade anche perché quasi la metà (47%) dei cuochi che operano nei ristoranti italiani all’estero non sono italiani (scopriamo che sono in maggioranza australiani e messicani) e solo una piccola parte (9%) di questi ha seguito scuole, stage o tirocini nel nostro Paese. Il piatto della tradizione italiana maggiormente tradito nei ristoranti italiani all’estero?
Al primo posto c’è la pizza e, a seguire il tiramisù, le lasagne, le scaloppine di vitello e la pasta al ragù. Tra le ricette più "abusate" spiccano numerosi piatti tipici regionali, in primis gli spaghetti alla bolognese, i ravioli, gli spaghetti alle vongole, l’ossobuco e i saltimbocca alla romana. Ma il rovescio positivo della medaglia è che la cucina italiana è la più imitata e "tradita" anche perché è la preferita per il 68% dei Paesi stranieri monitorati, seguita, a sorpresa, dalla cucina cinese (40%), dalla francese (38%) e dalla giapponese (17%). Un vero e proprio smacco per i cugini d’oltralpe. E
la gastronomia italiana viene apprezzata all’estero in primo luogo perché considerata una cucina dai sapori eccellenti (85%); poi perché capace di trasformare il pasto in un vero e proprio rito collettivo (34%); infine per il suo aspetto salutistico, legato al suo essere cucina mediterranea e quindi sana (31%).
Con un’immagine molto migliorata negli ultimi anni: "ottima" nel 57% e "buona" nel 43% dei casi. Le città con più ristoranti italiani? Melbourne con più di 1.000, seguita da Sidney, New York e Montreal con 500.
Fonte: winenews.it
Emerge da un’indagine dell’Accademia Italiana della Cucina, tra le 74 delegazioni estere da quasi sessant’anni impegnate in 40 Paesi stranieri, nella lotta al falso alimentare che colpisce, oltre ai prodotti, anche e soprattutto le ricette, molto spesso ben diverse rispetto alle "originali" italiane. La ricerca lascia poco spazio al dubbio: nel 60% dei casi la cucina italiana, all’estero, è realizzata in modo "non molto corretto" o addirittura "maldestro".
E solo nel 40% dei casi risulta "ben interpretata". Questo accade anche perché quasi la metà (47%) dei cuochi che operano nei ristoranti italiani all’estero non sono italiani (scopriamo che sono in maggioranza australiani e messicani) e solo una piccola parte (9%) di questi ha seguito scuole, stage o tirocini nel nostro Paese. Il piatto della tradizione italiana maggiormente tradito nei ristoranti italiani all’estero?
Al primo posto c’è la pizza e, a seguire il tiramisù, le lasagne, le scaloppine di vitello e la pasta al ragù. Tra le ricette più "abusate" spiccano numerosi piatti tipici regionali, in primis gli spaghetti alla bolognese, i ravioli, gli spaghetti alle vongole, l’ossobuco e i saltimbocca alla romana. Ma il rovescio positivo della medaglia è che la cucina italiana è la più imitata e "tradita" anche perché è la preferita per il 68% dei Paesi stranieri monitorati, seguita, a sorpresa, dalla cucina cinese (40%), dalla francese (38%) e dalla giapponese (17%). Un vero e proprio smacco per i cugini d’oltralpe. E
la gastronomia italiana viene apprezzata all’estero in primo luogo perché considerata una cucina dai sapori eccellenti (85%); poi perché capace di trasformare il pasto in un vero e proprio rito collettivo (34%); infine per il suo aspetto salutistico, legato al suo essere cucina mediterranea e quindi sana (31%).
Con un’immagine molto migliorata negli ultimi anni: "ottima" nel 57% e "buona" nel 43% dei casi. Le città con più ristoranti italiani? Melbourne con più di 1.000, seguita da Sidney, New York e Montreal con 500.
Fonte: winenews.it
martedì 9 ottobre 2012
NEWS: LEGGI E TECNOLOGIA A DIFESA DEL MADE IN ITALY
QR-code |
Lo ha detto anche il presidente del Consiglio Mario Monti: "la contraffazione del made in Italy a tavola vale 50 miliardi di euro all’anno". E così, per le aziende del wine & food italiano, è sempre più importante investire anche in sistemi anti-falso.
Aggiornandosi costantemente, perché la ricerca in materia è continua e a caccia di soluzioni via via più efficaci. Un caso italiano di eccellenza, in questo senso, è la Modulgraf, l’azienda di Castelfranco di Sotto (Pisa) produttrice di stampati commerciali, che, con la collaborazione della Esa Automazioni, ha studiato il progetto "Sono".
Un pacchetto "all-in-one", soprattutto per le cantine, che comprende etichette stampate con numero QR-code, un programma software avanzato per la gestione logistica e
la tracciabilità, la strumentazione per la lettura dei codici, l’eventuale aggiornamento del sito web e la possibilità di modificare la linea d’imbottigliamento per la gestione automatizzata del sistema.
In parole semplici, il QR-code stampato nelle etichette può essere letto da un semplice smartphone ed è in grado di inviare in tempo reale il codice della bottiglia al servizio clienti per capire all’istante se il vino è originale o falso, accedere alle informazioni sulla filiera, tracciarne la provenienza ed essere a conoscenza dei dati sensibili che il produttore avrà immesso nella banca dati.
Una tecnologia che non solo non è antagonista con il sistema Rfid in radiofrequenza (un piccolo chip elettronico incorporato nel retro etichetta della bottiglia, sulla scatola o cartone che la contiene, a cui viene associato un numero identificativo unico e collegato al congegno elettronico presente nella linea di etichettatura), già adottato da molti wine merchant di Bordeaux o da cantine di vini top come Tenuta dell’Ornellaia, ma può esserne addirittura alleata.
Perché la lotta alla contraffazione non è mai abbastanza.
Fonte: winenews.it
lunedì 8 ottobre 2012
NEWS: RISTORANTI GAMBERO ROSSO, UN TRIO AL TOP
Massimo Bottura (Osteria Francescana di Modena), Heinz Beck (La Pergola del Rome Cavalieri) e Gianfranco Vissani (Vissani di Baschi): ecco il top della cucina del Belpaese per "I Ristoranti d’Italia" 2013 del Gambero Rosso, che ha assegnato al tris di chef il punteggio più alto tra le "Tre Forchette" (da 90/100 in poi, 21 in totale) e cioè 95/100.
A seguire, con 94/100 il Don Alfonso della famiglia Iaccarino (Sant’Agata sui Due Golfi) e Villa Crespi a Orta San Giulio (Novara). Tre le new entry nelle "Tre Forchette", Ilario Vinciguerra Restaurant a Gallarate (Varese), Il Povero Diavolo a Torriana (Rimini) e Da Vittorio a Brusaporto (Bergamo). Escono, invece, dal club dei migliori, il Combal.Zero di Rivoli (Torino), Da Caino a Montemerano (Grosseto), La Gazza Ladra dell’Hotel Palazzo Failla Modica (Ragusa) e La Stua de Michil dell’Hotel la Perla Corsara in Badia Corsara (Bolzano).
Curiosità 2013? I "Tre Spicchi" alle migliori pizzerie (La Fucina e Sforno a Roma, I Tigli a San Bonifacio di Verona e l’Antica Osteria Pepe a Caiazzo, Caserta), i "Tre Mappamondi" al miglior locale etnico, il giapponese Iyo di Milano, e i "Tre Boccali" alla migliore birreria, Casa Baladin a Piozzo (Cuneo).
Fonte: winenews.it
A seguire, con 94/100 il Don Alfonso della famiglia Iaccarino (Sant’Agata sui Due Golfi) e Villa Crespi a Orta San Giulio (Novara). Tre le new entry nelle "Tre Forchette", Ilario Vinciguerra Restaurant a Gallarate (Varese), Il Povero Diavolo a Torriana (Rimini) e Da Vittorio a Brusaporto (Bergamo). Escono, invece, dal club dei migliori, il Combal.Zero di Rivoli (Torino), Da Caino a Montemerano (Grosseto), La Gazza Ladra dell’Hotel Palazzo Failla Modica (Ragusa) e La Stua de Michil dell’Hotel la Perla Corsara in Badia Corsara (Bolzano).
Curiosità 2013? I "Tre Spicchi" alle migliori pizzerie (La Fucina e Sforno a Roma, I Tigli a San Bonifacio di Verona e l’Antica Osteria Pepe a Caiazzo, Caserta), i "Tre Mappamondi" al miglior locale etnico, il giapponese Iyo di Milano, e i "Tre Boccali" alla migliore birreria, Casa Baladin a Piozzo (Cuneo).
Fonte: winenews.it
venerdì 5 ottobre 2012
NEWS: TUTTO IL VINO ITALIANO SULLA VIA DELL'UNESCO
Il vino è, senza dubbio, un "patrimonio dell’umanità". In termini di piacere, storia, economia e cultura. Almeno in via "informale". Ma ci sono territori enoici che già sono, anche ufficialmente, Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco. Come la Val d’Orcia, in Toscana, con Montalcino, patria del Brunello, San Gimignano con la sua Vernaccia, ma anche la Val di Noto in Sicilia, terra di città Barocche ma anche di tanti importanti vini dell’Isola, o Castel del Monte, in Puglia, con i vigneti ai piedi del celebre castello di Federico.
II "racchiusi" dall’omonima Doc, per citare i casi più celebri. Ma tanti sono i territori enoici, nella "tentativ list" italiana all’Unesco che cercano la candidatura, facendo leva sul legame con Bacco, come le Langhe, Roero e Monferrato (la cui candidatura è già rimanda ufficialmente al 2013), dove nascono Barolo, Barbaresco e altri grandi vini piemontesi, o come la Valtellina, terra dello Sfurzat, tra gli altri, che si propongono proprio come "Paesaggi viticoli".
O come le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, indissolubilmente legate alle celeberrime bollicine. Ma tante sono anche le zone che, pur non richiamandosi direttamente a Bacco, hanno nella viticoltura elementi fondamentali della loro storia, cultura e patrimonio paesaggistico. Come l’Etna, uno dei territori emergenti del Belpaese, dove una delegazione Unesco è in visita in questi giorni, ed incontrerà anche i produttori di vino del vulcano.
Ma, scorrendo la lista, c’è Orvieto, perla architettonica dell’Umbria, nelle cui campagne nasce l’Orvieto Doc, o la Valle del fiume Aniene, nel Lazio, le cui acque bagnano le terre del Cesanese di Affile Doc. E ancora il Salento, in Puglia, dove a modellare il paesaggio e l’economia sono anche i vigneti di Negroamaro e Primitivo, così come nelle Murge di Altamura. E in Sardegna, nel Sulcis Iglesiente, dove nasce, tra gli altri (in provincia di Cagliari), il Carignano del Sulcis.
Ma per sapere chi ce la farà bisognerà aspettare mesi, se non anni. Intanto, coscienti che un eventuale "no" oggi può trasformarsi in un "sì" domani, non resta che ingannare l’attesa con un buon bicchiere di vino. Che, nei fatti, è già un importante e piacevolissimo patrimonio dell’umanità.
Fonte: winenews.it
II "racchiusi" dall’omonima Doc, per citare i casi più celebri. Ma tanti sono i territori enoici, nella "tentativ list" italiana all’Unesco che cercano la candidatura, facendo leva sul legame con Bacco, come le Langhe, Roero e Monferrato (la cui candidatura è già rimanda ufficialmente al 2013), dove nascono Barolo, Barbaresco e altri grandi vini piemontesi, o come la Valtellina, terra dello Sfurzat, tra gli altri, che si propongono proprio come "Paesaggi viticoli".
O come le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, indissolubilmente legate alle celeberrime bollicine. Ma tante sono anche le zone che, pur non richiamandosi direttamente a Bacco, hanno nella viticoltura elementi fondamentali della loro storia, cultura e patrimonio paesaggistico. Come l’Etna, uno dei territori emergenti del Belpaese, dove una delegazione Unesco è in visita in questi giorni, ed incontrerà anche i produttori di vino del vulcano.
Ma, scorrendo la lista, c’è Orvieto, perla architettonica dell’Umbria, nelle cui campagne nasce l’Orvieto Doc, o la Valle del fiume Aniene, nel Lazio, le cui acque bagnano le terre del Cesanese di Affile Doc. E ancora il Salento, in Puglia, dove a modellare il paesaggio e l’economia sono anche i vigneti di Negroamaro e Primitivo, così come nelle Murge di Altamura. E in Sardegna, nel Sulcis Iglesiente, dove nasce, tra gli altri (in provincia di Cagliari), il Carignano del Sulcis.
Ma per sapere chi ce la farà bisognerà aspettare mesi, se non anni. Intanto, coscienti che un eventuale "no" oggi può trasformarsi in un "sì" domani, non resta che ingannare l’attesa con un buon bicchiere di vino. Che, nei fatti, è già un importante e piacevolissimo patrimonio dell’umanità.
Fonte: winenews.it
lunedì 1 ottobre 2012
NEWS: OSTERIE D'ITALIA 2013, UNA RISPOSTA ALLA CRISI
In libreria, on line e sui telefonini. Guarda sempre piu' alle community web 'Osterie d'Italia 2013', 22/ma edizione della guida di Slow Food che fotografa 1713 locali del ''mangiarbere all'italiana'' dove, con una spesa sotto i 35 euro, vincono la qualita' dell'accoglienza delle osterie che ''sempre piu' stanno diventando i luoghi di educazione alimentare'', l'attenzione ai prodotti locali e alle tradizioni, e il rapporto qualita'-prezzo. E sono 231 i locali, come annunciato a Roma dai curatori Marco Bolasco e Eugenio Signoroni, selezionati e premiati dalla 'Chiocciola', simbolo dell'associazione di Bra.
Anche quest'anno e' il Piemonte a registrare il piu' alto numero dei locali chiocciolati (24), seguito da Toscana e Veneto (23), Lombardia (20), Campania (19), Lazio (16), Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia (13), Puglia e Sicilia (11), Liguria (9), Trentino (7), Abruzzo, Alto Adige e Marche (6), Basilicata e Sardegna (5), Calabria e Umbria (4), Canton Ticino (3), Molise (2), e Valle D'Aosta (1). Segnalazione particolare e' riservata ai locali accessibili ai disabili e a quelli che aderiscono al progetto Alimentazione Fuori Casa dell'Associazione Italiana Celiachia.
''Moltissime osterie - ha sottolineato il presidente di Slow Food Italia Roberto Burdese - resistono in territori marginali, a dimostrazione che l'Italia ha un'economia di piccola scala fondata su valori e memorie di territorio non delocalizzabili.
Ed e' questa economia dei territori la risposta alla crisi. Chi vorra' conoscere osterie e presidi Slow Food dovra' venire sui territori''. Ottimismo e' stato espresso anche da Bolasco, direttore editoriale Slow Food Editore e curatore di Osterie d'Italia: ''Bene il ricambio generazionale nel settore, da giovani arrivano storie appettitose che mettono in luce la voglia di fare questo lavoro, peraltro tornato in auge''.
Dimostra di crederci anche Nicola Farinetti, volto giovane della famiglia fondatrice di Eataly: ''vedo molta fortuna - ha detto nelle osterie - perche' offrono una qualita' informale che non spaventa chi deve entrare nei pubblici esercizi. C'e' tanta creativita' legata al territorio e questo puo' essere un movimento trainante, basti pensare ai tanti che tra le tante bellezze della Costiera Amalfitana scelgono Cetara per la colatura di alici''.
Osterie d'Italia e' gia' in libreria, mentre l'applicazione Iphone e' scaricabile dall'App Store. ''Dopo il successo dell'applicazione lo scorso anno, con 12mila download di cui 2mila dall'estero, stiamo pensando - ha detto Signoroni - alla versione in inglese, mentre, grazie all'aiuto di Samsung, al Salone del Gusto-Terra Madre verra' presentata la guida per il mondo Android''.
Fonte: www.ansa.it/terra&gusto.it
Anche quest'anno e' il Piemonte a registrare il piu' alto numero dei locali chiocciolati (24), seguito da Toscana e Veneto (23), Lombardia (20), Campania (19), Lazio (16), Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia (13), Puglia e Sicilia (11), Liguria (9), Trentino (7), Abruzzo, Alto Adige e Marche (6), Basilicata e Sardegna (5), Calabria e Umbria (4), Canton Ticino (3), Molise (2), e Valle D'Aosta (1). Segnalazione particolare e' riservata ai locali accessibili ai disabili e a quelli che aderiscono al progetto Alimentazione Fuori Casa dell'Associazione Italiana Celiachia.
''Moltissime osterie - ha sottolineato il presidente di Slow Food Italia Roberto Burdese - resistono in territori marginali, a dimostrazione che l'Italia ha un'economia di piccola scala fondata su valori e memorie di territorio non delocalizzabili.
Ed e' questa economia dei territori la risposta alla crisi. Chi vorra' conoscere osterie e presidi Slow Food dovra' venire sui territori''. Ottimismo e' stato espresso anche da Bolasco, direttore editoriale Slow Food Editore e curatore di Osterie d'Italia: ''Bene il ricambio generazionale nel settore, da giovani arrivano storie appettitose che mettono in luce la voglia di fare questo lavoro, peraltro tornato in auge''.
Dimostra di crederci anche Nicola Farinetti, volto giovane della famiglia fondatrice di Eataly: ''vedo molta fortuna - ha detto nelle osterie - perche' offrono una qualita' informale che non spaventa chi deve entrare nei pubblici esercizi. C'e' tanta creativita' legata al territorio e questo puo' essere un movimento trainante, basti pensare ai tanti che tra le tante bellezze della Costiera Amalfitana scelgono Cetara per la colatura di alici''.
Osterie d'Italia e' gia' in libreria, mentre l'applicazione Iphone e' scaricabile dall'App Store. ''Dopo il successo dell'applicazione lo scorso anno, con 12mila download di cui 2mila dall'estero, stiamo pensando - ha detto Signoroni - alla versione in inglese, mentre, grazie all'aiuto di Samsung, al Salone del Gusto-Terra Madre verra' presentata la guida per il mondo Android''.
Fonte: www.ansa.it/terra&gusto.it
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