Non lontano da San Siro, "la Scala del Calcio", dove il fenomeno del pallone mondiale Leo Messi sarebbe indiscusso protagonista, sarà invece il "suo" vino sotto i riflettori.
Il "Leo Malbec", prodotto dalla Bodega Valentin Bianchi, dedicato al 3 volte pallone d’oro, sarà tra i must de "I vini argentini incontrano il Tango", organizzato da Onav Lombardia (il 15 ottobre a Milano nello showroom JVstore di Jannelli&Volpi).
Un viaggio sensoriale di Onav tra i sapori dell’America Latina, tra musiche, e vini, tra cui quello del campione argentino del Barcellona, che grazie ai vini che portano il suo nome raccoglie fondi per la sua Fondazione, impegnata nella cura delle malattie infantili.
Fonte: www.winenews.it
giovedì 27 settembre 2012
lunedì 24 settembre 2012
NEWS: LA CRISI IN TAVOLA SI SENTE. MA NON TRA I WINE LOVERS CHE, IN CONTROTENDENZA, NON TAGLIANO I CONSUMI
La crisi c’è, anche in tavola. Ma se da un lato ha cambiato le abitudini e i consumi alimentari degli italiani, sembra non aver toccato il portafoglio degli appassionati del wine & food.
Da un’indagine delle associazioni dei consumatori italiane (Associazione Consumatori Utenti, Assoutenti, Casa del Consumatore, Codacons, Codici, Confconsumatori, Lega Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino, Unione Nazionale Consumatori e Comitas), gli italiani "hanno sensibilmente ridotto i consumi di vino, dolciumi e carne rossa, e hanno incrementato quelli di pollame, farinacei e ortofrutta". Ma la musica cambia se dal consumatore "normale" si passa ai wine lover: per il 71% dei 1.101 enonauti che hanno risposto al sondaggio WineNews-Vinitaly, il budget mensile per la spesa agroalimentare è rimasto invariato sul 2011, ed il 66% dichiara di non aver diminuito la "voce" vino nel carrello della spesa.
Che per il 43% degli amanti del buon bere, incide dal 5 al 10% sul budget medio mensile destinato alla tavola, che, per 1 su 2, va dai 400 ai 600 euro all’anno (ma c’è anche un 20% che arriva fino a 1.000 euro, ed un 35% che arriva a 400 euro).
E anche in tempi di austerity e "spending review", si cerca di non rinunciare ad un po’ di sano edonismo, tanto che il "100%" dei wine lovers si concede almeno un "piccolo lusso" enogastronomico, e il must è il più semplice e tradizionale dei "riti": stappare una buona bottiglia con gli amici (indicato dal 30% delle risposte), a conferma di quanto la convivialità e lo stare insieme siano importanti quando si parla di vino.
Subito dopo, con il 28%, la cena in un buon ristorante, seguita dall’acquisto di una buona bottiglia (24%); il 10% non rinuncia ad un tour enoturistico ed il 5% indica sagre e feste popolari, mentre il 3% dichiara di non poter rinunciare a comprare prodotti di qualità e chicche gastronomiche da consumare a casa. Perché, anche in tempo di crisi, al piacere non si rinuncia (o lo si fa il meno possibile) ...
Da un’indagine delle associazioni dei consumatori italiane (Associazione Consumatori Utenti, Assoutenti, Casa del Consumatore, Codacons, Codici, Confconsumatori, Lega Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino, Unione Nazionale Consumatori e Comitas), gli italiani "hanno sensibilmente ridotto i consumi di vino, dolciumi e carne rossa, e hanno incrementato quelli di pollame, farinacei e ortofrutta". Ma la musica cambia se dal consumatore "normale" si passa ai wine lover: per il 71% dei 1.101 enonauti che hanno risposto al sondaggio WineNews-Vinitaly, il budget mensile per la spesa agroalimentare è rimasto invariato sul 2011, ed il 66% dichiara di non aver diminuito la "voce" vino nel carrello della spesa.
Che per il 43% degli amanti del buon bere, incide dal 5 al 10% sul budget medio mensile destinato alla tavola, che, per 1 su 2, va dai 400 ai 600 euro all’anno (ma c’è anche un 20% che arriva fino a 1.000 euro, ed un 35% che arriva a 400 euro).
E anche in tempi di austerity e "spending review", si cerca di non rinunciare ad un po’ di sano edonismo, tanto che il "100%" dei wine lovers si concede almeno un "piccolo lusso" enogastronomico, e il must è il più semplice e tradizionale dei "riti": stappare una buona bottiglia con gli amici (indicato dal 30% delle risposte), a conferma di quanto la convivialità e lo stare insieme siano importanti quando si parla di vino.
Subito dopo, con il 28%, la cena in un buon ristorante, seguita dall’acquisto di una buona bottiglia (24%); il 10% non rinuncia ad un tour enoturistico ed il 5% indica sagre e feste popolari, mentre il 3% dichiara di non poter rinunciare a comprare prodotti di qualità e chicche gastronomiche da consumare a casa. Perché, anche in tempo di crisi, al piacere non si rinuncia (o lo si fa il meno possibile) ...
giovedì 20 settembre 2012
NEWS: EATALY A ISTANBUL, "DOVE TUTTO EBBE INIZIO"
Oscar Farinetti fondatore di Eataly |
Come Firenze, "all’ex libreria Martelli, vicino al Duomo - dice Farinetti - poi a Bari, nell’ala monumentale della Fiera del Levante. E, ancora, a Milano, al Teatro Smeraldo, a Piacenza, e poi, nel 2014, a Verona. E all’estero apriremo a Chicago e in altre città degli States, a Toronto, in Canada, e a San Paolo, in Brasile". Un colosso da oltre 200 milioni di euro all’anno, che non vuole essere solo business, ma anche motore di una nuova rivoluzione del cibo.
"Nascerà una sorta di "disciplinare di Eataly" per chi vuole essere presente negli store. Un cappello su tutti i prodotti che dice: no concimi chimici, no diserbanti, e così via. E varrà per vino, olive, grano duro per la pasta, e via dicendo. Per poi scendere nei dettagli: sul vino, ad esempio, vorremmo che il massimo dei solfiti utilizzati fosse la metà di quelli consentiti dalla legge". Concetto che è alla base di "Vino Libero", che mira anche a correggere qualche "stortura" della filiera: "ci sono troppi soggetti che ci guadagnano, con vini che poi arrivano allo scaffale a prezzi esagerati. E non solo in Italia.
Dobbiamo creare catene più corte, pur riconoscendo il ruolo del distributore, pensare a internet, ad un dialogo diretto con il consumatore. Mi fa arrabbiare, quando vedo una bottiglia di Barbera venduta a 6-7 euro, che è il prezzo giusto, pensare che il contadino ha preso solo 30 centesimi al chilo di uva.
Accorciare la filiera vuol dire essere giusti, avere rispetto". Ma come far capire anche ai nostri politici che tutto, in Italia, parte dall’agricoltura, dal turismo, e dalla loro sinergia? "Semplice: cambiandoli".
Fonte: www.winenews.it
mercoledì 19 settembre 2012
NEWS: IL RITORNO DELLA "GAVETTA" PER LA PAUSA PRANZO
"Gavetta" in ufficio, spesa sotto casa e cibo "fai da te". Ecco come cambiano le abitudini gastronomiche degli italiani in tempo di crisi. Lo dice l’ultimo rapporto Coldiretti/Censis "Crisi: vivere insieme, vivere meglio", che ha svelato come gli italiani tornino alle vecchie tradizioni per contenere i costi.
E, così, 7,7 milioni portano la "gavetta" per il pranzo in ufficio per risparmiare, ma anche per essere sicuri della qualità del pranzo o semplicemente perché si preferisce ricordare sapori e profumi casalinghi nella pausa dal lavoro.
L’85% degli italiani, poi, a sorpresa, continua a fare la spesa alimentare quotidiana sottocasa, in negozietti che, anche se più costosi, aiutano a costruire rapporti umani che, per molti, sono più importanti del conto economico.
Con la crisi, per il rapporto, gli italiani riscoprono il piacere di stare a casa e di preparare gustosi menu per parenti e amici, soprattutto nei giorni festivi durante i quali il tempo che si spende davanti ai fornelli è di oltre un’ora.
Anche perché il cibo, a quanto pare, nel Belpaese è l’elemento che unisce di più, esaltando le differenze: per il 57% degli italiani la distintività del proprio territorio si trova proprio nel cibo e nel vino.
Fonte: winenews.it
E, così, 7,7 milioni portano la "gavetta" per il pranzo in ufficio per risparmiare, ma anche per essere sicuri della qualità del pranzo o semplicemente perché si preferisce ricordare sapori e profumi casalinghi nella pausa dal lavoro.
L’85% degli italiani, poi, a sorpresa, continua a fare la spesa alimentare quotidiana sottocasa, in negozietti che, anche se più costosi, aiutano a costruire rapporti umani che, per molti, sono più importanti del conto economico.
Con la crisi, per il rapporto, gli italiani riscoprono il piacere di stare a casa e di preparare gustosi menu per parenti e amici, soprattutto nei giorni festivi durante i quali il tempo che si spende davanti ai fornelli è di oltre un’ora.
Anche perché il cibo, a quanto pare, nel Belpaese è l’elemento che unisce di più, esaltando le differenze: per il 57% degli italiani la distintività del proprio territorio si trova proprio nel cibo e nel vino.
Fonte: winenews.it
martedì 18 settembre 2012
NEWS: GREEN ECONOMY DEL VINO, E' L'ORA DELLA "FASE 2"
"Magis", "SoStain", "Itaca", "Carbon footprint", "Montefalco Green Revolution": sono solo alcuni dei nomi dei progetti e dei protocolli di sostenibilità che alcune cantine italiane, insieme al mondo della ricerca e a diverse Università, stanno portando avanti, da anni, nell’ottica di una produzione vinicola più sostenibile per l’ambiente, ma anche per l’economia, per il territorio e per il sociale nel suo complesso.
Ma ora è arrivato il momento di passare alla "fase 2" della "Green Economy" vinicola: mettere insieme le esperienze e creare un concept unico (pur continuando a sviluppare i singoli percorsi che, per loro natura, saranno per sempre "work in progress") che identifichi sempre di più, specialmente all’estero, l’Italia come "produttore sostenibile" di vino.
Senza cadere nel rischio di identificare sostenibilità (solo) con "biologico", "biodinamico" e così via. Ecco il messaggio che arriva da "Enologica 33", a Montefalco, patria del Sagrantino. "Ogni esperienza ha sviluppato determinati processi e prodotti - spiega il professor Leonardo Valenti, dell’Università di Milano - ora bisogna prenderli e discuterli in funzione di una situazione italiana, ed usarli per promuovere la viticoltura della "Green Economy" italiana nel mondo.
Che ha un senso e un significato nel momento stesso in cui non si fa un discorso di personalismi, per cui bisogna mettersi tutti in torno un tavolo, ognuno con le proprie esperienze per cercare un "modus vivendi" italiano che vada nella direzione della "Green Economy", e che porti dei risultati come pubblicizzazione di quello che l’Italia sta facendo verso i mercati internazionali".
Anche perché i valori etici e ambientali, che devono essere perseguiti e coltivati prima della loro ricaduta economica, sono, in ogni caso, anche sempre più richiesti dai consumatori, soprattutto all’estero, al punto che, talvolta, "l’eticità" e la "sostenibilità" di un prodotto sono quasi importanti quanto la sua qualità intrinseca.
E "Green Economy", ha sottolineato il direttore di "Libero Gusto" Carlo Cambi, è essenzialmente "costruire un ambiente che è economico, etico, culturale, e compatibile con la dimensione alta dell’uomo". E non c’è niente di meglio del vino per ispirare tutto questo.
Ma ora è arrivato il momento di passare alla "fase 2" della "Green Economy" vinicola: mettere insieme le esperienze e creare un concept unico (pur continuando a sviluppare i singoli percorsi che, per loro natura, saranno per sempre "work in progress") che identifichi sempre di più, specialmente all’estero, l’Italia come "produttore sostenibile" di vino.
Senza cadere nel rischio di identificare sostenibilità (solo) con "biologico", "biodinamico" e così via. Ecco il messaggio che arriva da "Enologica 33", a Montefalco, patria del Sagrantino. "Ogni esperienza ha sviluppato determinati processi e prodotti - spiega il professor Leonardo Valenti, dell’Università di Milano - ora bisogna prenderli e discuterli in funzione di una situazione italiana, ed usarli per promuovere la viticoltura della "Green Economy" italiana nel mondo.
Che ha un senso e un significato nel momento stesso in cui non si fa un discorso di personalismi, per cui bisogna mettersi tutti in torno un tavolo, ognuno con le proprie esperienze per cercare un "modus vivendi" italiano che vada nella direzione della "Green Economy", e che porti dei risultati come pubblicizzazione di quello che l’Italia sta facendo verso i mercati internazionali".
Anche perché i valori etici e ambientali, che devono essere perseguiti e coltivati prima della loro ricaduta economica, sono, in ogni caso, anche sempre più richiesti dai consumatori, soprattutto all’estero, al punto che, talvolta, "l’eticità" e la "sostenibilità" di un prodotto sono quasi importanti quanto la sua qualità intrinseca.
E "Green Economy", ha sottolineato il direttore di "Libero Gusto" Carlo Cambi, è essenzialmente "costruire un ambiente che è economico, etico, culturale, e compatibile con la dimensione alta dell’uomo". E non c’è niente di meglio del vino per ispirare tutto questo.
venerdì 14 settembre 2012
NEWS: TARTUFI, INIZIA LA RACCOLTA
Se l’agricoltura piange miseria con la siccità che ha dato un duro colpo alle colture italiane, l’arrivo dell’autunno sembra invece sorridere ai tartufai.
Dopo un’estate rovente, infatti, le prime piogge autunnali fanno sperare gli addetti ai lavori per una buona stagione sia da un punto di vista quantitativo che qualitativo. Stagione che si apre domani con il periodo di raccolta del prezioso Tartufo Bianco d’Alba, in mostra dal 6 ottobre con il tradizionale appuntamento con la "Fiera internazionale del Tartufo Bianco".
Dopo un’estate rovente, infatti, le prime piogge autunnali fanno sperare gli addetti ai lavori per una buona stagione sia da un punto di vista quantitativo che qualitativo. Stagione che si apre domani con il periodo di raccolta del prezioso Tartufo Bianco d’Alba, in mostra dal 6 ottobre con il tradizionale appuntamento con la "Fiera internazionale del Tartufo Bianco".
lunedì 10 settembre 2012
NEWS: "SPIRITO DIVINO", CRISI & ENO-VIGNETTE
La crisi, sempre raccontata con ironia e contestualizzata nel mondo
del vino: ecco il tema più affrontato dai disegnatori di tutto il mondo,
in assoluta libertà, a "Spirito di Vino" 2012, il concorso di vignette
satirico-enologiche promosso dal "Movimento Turismo del Vino
Friuli Venezia Giulia" (nel 2011, invece, la manifestazione era stata
interamente dedicata ai 150 anni dell’Unità d’Italia). Per ammirare le
opere più divertenti ed originali, l’appuntamento è, in coincidenza con
"Friuli Doc", a Udine (dal 13 al 16 settembre), mentre il 15
settembre andrà in scena la premiazione e, a scegliere, i migliori
(divisi in due categorie, "over 35" ed "under 35") sarà una giuria
d’eccezione, presieduta dal presidente in carica Alfio Krancic e dal
presidente onorario Giorgio Forattini, e ricca di nomi illustri, dal
vignettista del "Corriere della Sera" Emilio Giannelli al direttore di
"Libero Gusto" Carlo Cambi, dalla firma de "Il Giornale" Paolo
Marchi alla coppia di "Decanter" Fede & Tinto, dal direttore e vice
direttore della rivista "Spirito DiVino" Franz Botré ed Enzo Rizzo,
fino all’attore Francesco Salvi ed al direttore ll’Istituto Europeo di
Design Aldo Colonetti. Info: www.mtvfriulivg.it
giovedì 6 settembre 2012
NEWS: IL BIO "VOLA" AL "SANA" (BOLOGNA, 8-11 SETTEMBRE)
Dal cibo al benessere, dai locali ai vini bio, dalla sostenibilità del sistema agroalimentare all’innovazione, fino ai tanti usi delle piante alimentari, aromatiche e medicinali: dall’8 all’11 settembre, il mondo del biologico si dà appuntamento a "Sana", il salone internazionale del naturale, di scena a Bologna Fiere.
Il "Sana" 2012 non sarà solo un evento commerciale, ma anche un appuntamento fondamentale per analizzare le dinamiche del mercato bio made in Italy, al centro dell’"Osservatorio" di Sana, curato dall’istituto privato di ricerca Nomisma, che presenterà i risultati di un’indagine diretta sulla propensione dei consumatori italiani all’acquisto di alimenti biologici. Anche perché, la crisi non scalfisce minimamente il successo del biologico che, nel primo semestre 2012, è cresciuto del 6,1%, uscendo così dai confini della nicchia e diventando vera e propria abitudine di spesa, come si nota dal florilegio di prodotti bio sugli scaffali della Gdo, e il successo arriva anche nelle mense delle scuole e nelle cucine dei ristoranti.
Ed anche il mondo produttivo si adegua, tanto che nel 2011 il numero degli operatori del settore è cresciuto dell’1,3%. Ma il "Sana" è anche tanto altro: in primis benessere, con quattro corsi per erboristi ad ingresso gratuito, in cui si parlerà di comunicazione, rapporto con il cliente e con il fornitore e cosmesi; quindi spazio ad arredamento, tempo libero ed hobbystica, nel settore "Altri prodotti naturali", con un focus sulle innovazioni più recenti, protagoniste dell’"Area novità", la vetrina riservata ai prodotti innovativi tra cui i visitatori potranno votare il loro preferito.
E, a proposito di premi, a valorizzare i locali biofriendly penserà il premio "Locale Bravo Bio", riservato a bar, pizzerie, ristoranti e hotel che utilizzano in tutto o in parte prodotti certificati biologici e biodinamici.
Tra i convegni, da non perdere "Nutrire il pianeta in modo sostenibile: il ruolo dell’agricoltura biologica" (8 settembre), "Nutrire il pianeta: scenari globali e sostenibilità del sistema agroalimentare dopo Rio+20" (9 settembre) e "I vini biologici e i vini senza anidride solforosa" (10 settembre). Info: www.sana.it
Il "Sana" 2012 non sarà solo un evento commerciale, ma anche un appuntamento fondamentale per analizzare le dinamiche del mercato bio made in Italy, al centro dell’"Osservatorio" di Sana, curato dall’istituto privato di ricerca Nomisma, che presenterà i risultati di un’indagine diretta sulla propensione dei consumatori italiani all’acquisto di alimenti biologici. Anche perché, la crisi non scalfisce minimamente il successo del biologico che, nel primo semestre 2012, è cresciuto del 6,1%, uscendo così dai confini della nicchia e diventando vera e propria abitudine di spesa, come si nota dal florilegio di prodotti bio sugli scaffali della Gdo, e il successo arriva anche nelle mense delle scuole e nelle cucine dei ristoranti.
Ed anche il mondo produttivo si adegua, tanto che nel 2011 il numero degli operatori del settore è cresciuto dell’1,3%. Ma il "Sana" è anche tanto altro: in primis benessere, con quattro corsi per erboristi ad ingresso gratuito, in cui si parlerà di comunicazione, rapporto con il cliente e con il fornitore e cosmesi; quindi spazio ad arredamento, tempo libero ed hobbystica, nel settore "Altri prodotti naturali", con un focus sulle innovazioni più recenti, protagoniste dell’"Area novità", la vetrina riservata ai prodotti innovativi tra cui i visitatori potranno votare il loro preferito.
E, a proposito di premi, a valorizzare i locali biofriendly penserà il premio "Locale Bravo Bio", riservato a bar, pizzerie, ristoranti e hotel che utilizzano in tutto o in parte prodotti certificati biologici e biodinamici.
Tra i convegni, da non perdere "Nutrire il pianeta in modo sostenibile: il ruolo dell’agricoltura biologica" (8 settembre), "Nutrire il pianeta: scenari globali e sostenibilità del sistema agroalimentare dopo Rio+20" (9 settembre) e "I vini biologici e i vini senza anidride solforosa" (10 settembre). Info: www.sana.it
martedì 4 settembre 2012
L'ENOBORSA BY VERNISSAGE
Non è "glam" portarsi il vino dietro? La paura di essere
giudicati spesso interferisce con le scelte personali. E se
portare in bellavista una bottiglia di vino può sembrare
poco fashion, non c'è problema, basta camuffarla.
Unire l'utile al bello è da sempre il target della moda, e così è stato facile associare l'idea di trasporto con l'idea di borsetta.
La lampadina si è accesa all'azienda svedese Vernissage che ha creato "Vernissage Purse", una borsa-bag in box che riproduce fedelmente le borse da passeggio, ma che contiene vino, disponibile in tre versioni: Chardonnay, Cabernet Shiraz e Rosè. Un oggetto facile e bello da portare. Anche se una bella bottiglia di vino fa sempre la sua figura.
Fonte: winenews.it 04/09/2012
Unire l'utile al bello è da sempre il target della moda, e così è stato facile associare l'idea di trasporto con l'idea di borsetta.
La lampadina si è accesa all'azienda svedese Vernissage che ha creato "Vernissage Purse", una borsa-bag in box che riproduce fedelmente le borse da passeggio, ma che contiene vino, disponibile in tre versioni: Chardonnay, Cabernet Shiraz e Rosè. Un oggetto facile e bello da portare. Anche se una bella bottiglia di vino fa sempre la sua figura.
Fonte: winenews.it 04/09/2012
MADE IN MALGA, ARRIVA IL MIGLIOR ASIAGO
Asiago - Vecchi o stravecchi, l'importante e' che siano Asiago Dop. Il 22 e 23 settembre prendera' il via l'anteprima della manifestazione 'Made in Malga', una serie d'iniziative fra cui cene tematiche, degustazioni di formaggi, vini e birre tutti rigorosamente prodotti in montagna.
Obiettivo della manifestazione e' promuovere e riscoprire il legame tra prodotto, natura e uomo attraverso la produzione d'alpeggio della nota specialita' casearia veneta. A fare gli onori di casa due esperti e affinatori, come Alberto Marcomini e Luca Olivan. Forte di 8.000 ettari di pascoli montani in attivita', quello di Asiago e' il più grande complesso d'Europa in cui la storia della produzione lattiero-casearia viene fatta risalire in un periodo a cavallo tra il primo ed il secondo secolo d.C.
''Un'iniziativa di ampio respiro come Made in Malga - sostiene Flavio Innocenzi, direttore del Consorzio di tutela - non poteva che nascere qui, in onore alla tradizione produttiva della citta' di Asiago. La location in cui si svolge rappresenta un contesto di prestigio e visibilita' per la sesta edizione del concorso per il miglior formaggio Asiago Dop Vecchio e Stravecchio di malga''.
Fonte: ansa.it/terraegusto 04/09/2012
Obiettivo della manifestazione e' promuovere e riscoprire il legame tra prodotto, natura e uomo attraverso la produzione d'alpeggio della nota specialita' casearia veneta. A fare gli onori di casa due esperti e affinatori, come Alberto Marcomini e Luca Olivan. Forte di 8.000 ettari di pascoli montani in attivita', quello di Asiago e' il più grande complesso d'Europa in cui la storia della produzione lattiero-casearia viene fatta risalire in un periodo a cavallo tra il primo ed il secondo secolo d.C.
''Un'iniziativa di ampio respiro come Made in Malga - sostiene Flavio Innocenzi, direttore del Consorzio di tutela - non poteva che nascere qui, in onore alla tradizione produttiva della citta' di Asiago. La location in cui si svolge rappresenta un contesto di prestigio e visibilita' per la sesta edizione del concorso per il miglior formaggio Asiago Dop Vecchio e Stravecchio di malga''.
Fonte: ansa.it/terraegusto 04/09/2012
NEWS: IL CIBO? ALTRO CHE NUTRIZIONE, E' STORIA E CULTURA
Nell’epoca dell’omologazione, del superamento delle differenze culturali e religiose, a "caratterizzarci" rimane solo il cibo, "qualcosa di diverso e di più di calorie, grassi e zuccheri, come lo raccontano i nutrizionisti, ma elemento distintivo di culture ed epoche storiche", come spiega a WineNews il professor Marino Niola, autore di "Non tutto fa brodo" ed antropologo della gastronomia all’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli.
Il cibo come specchio della nostra storia, "una lente che mostra ciò che siamo, ciò che eravamo e cosa stiamo diventando: non è un caso che tutti i più grandi "tornanti" della storia umana siano legati al cibo, a cominciare da Prometeo, che, rubando il fuoco agli dei e donandolo agli uomini, mette in moto la trasformazione fondamentale, quella tra la natura e la cultura, tra l’uomo che mangia per nutrirsi e l’uomo che, entrando nell’universo della cottura, entra in un universo culturale".
Ecco perché, secondo Niola, ridurre il cibo alla nutrizione è "come dire che l’unico a capire l’amore è il ginecologo". Una provocazione, per ribadire che l’alimentazione è qualcosa che ha a che fare con la sfera più alta dei bisogni umani, come la religione, perché, "se anche i nostri digiuni non sono più offerti a Dio, vi è in molti un ideale estetico ascetico che ha preso il posto della religione, conservando la propria carica penitenziale, e questo lo si vede specie in quelle forme che raggiungono una vera e propria "ortoressia", ossia una preoccupazione eccessiva per la propria alimentazione, come se qualsiasi cosa ingeriamo possa avvelenarci: penso a certe forme estreme di vegetarianesimo o veganesimo, in cui l’integralismo alimentare assume connotati religiosi che io non condivido, perché si finisce per vivere da malati per morire sani, un paradosso".
Ed il vino? "Segna un solco tra le culture: se in Occidente, con Dioniso, è fermento vitale che sconvolge e mette a dura prova i piani della ragione, come nelle "Baccanti" di Euripide o come nella trascrizione moderna delle "Baccanti", "Teorema" di Pasolini. Nell’Islam, invece, l’unica cosa vietata è proprio perdere il controllo di sé, ed il simbolo di quella civiltà non è il vino, ma il caffè".
Fonte: winenews.it 03/09/2012
Il cibo come specchio della nostra storia, "una lente che mostra ciò che siamo, ciò che eravamo e cosa stiamo diventando: non è un caso che tutti i più grandi "tornanti" della storia umana siano legati al cibo, a cominciare da Prometeo, che, rubando il fuoco agli dei e donandolo agli uomini, mette in moto la trasformazione fondamentale, quella tra la natura e la cultura, tra l’uomo che mangia per nutrirsi e l’uomo che, entrando nell’universo della cottura, entra in un universo culturale".
Ecco perché, secondo Niola, ridurre il cibo alla nutrizione è "come dire che l’unico a capire l’amore è il ginecologo". Una provocazione, per ribadire che l’alimentazione è qualcosa che ha a che fare con la sfera più alta dei bisogni umani, come la religione, perché, "se anche i nostri digiuni non sono più offerti a Dio, vi è in molti un ideale estetico ascetico che ha preso il posto della religione, conservando la propria carica penitenziale, e questo lo si vede specie in quelle forme che raggiungono una vera e propria "ortoressia", ossia una preoccupazione eccessiva per la propria alimentazione, come se qualsiasi cosa ingeriamo possa avvelenarci: penso a certe forme estreme di vegetarianesimo o veganesimo, in cui l’integralismo alimentare assume connotati religiosi che io non condivido, perché si finisce per vivere da malati per morire sani, un paradosso".
Ed il vino? "Segna un solco tra le culture: se in Occidente, con Dioniso, è fermento vitale che sconvolge e mette a dura prova i piani della ragione, come nelle "Baccanti" di Euripide o come nella trascrizione moderna delle "Baccanti", "Teorema" di Pasolini. Nell’Islam, invece, l’unica cosa vietata è proprio perdere il controllo di sé, ed il simbolo di quella civiltà non è il vino, ma il caffè".
Fonte: winenews.it 03/09/2012
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