mercoledì 18 aprile 2012

VINO E WEB, LO STATUS MONDIALE SI STUDIA IN FRANCIA

Se il web gioca un ruolo sempre più importante nel successo di un’azienda, il mondo del vino, a volte, sembra non accorgersene. Se in Italia si sta finalmente investendo su nuove tecnologie e web 2.0, con l’80% dei produttori presenti su uno o più social network e siti in netto miglioramento, come ricorda “Cantine in web” n. 11 di WineNews, c’è, però, chi sta decisamente peggio: sono i viticultori di Bordeaux.

Per uno studio della società di statistica “10h11”, che ha preso in considerazione 145 Châteaux, il 92% delle aziende ha un sito internet, ma più della metà (il 54%) non merita, secondo 50 indicatori scelti dai ricercatori, neanche la sufficienza, e solo il 19% delle aziende ha un buon sito internet, senza contare che il 57% di questi non sono navigabili da smartphone o tablet perché costruiti in flash. E solo il 4% delle cantine ha una sezione dedicata all’e-commerce. Di buono, per la ricerca, c’è che il 77% dei siti internet è in doppia lingua, francese ed inglese, il 22% è tradotto anche in cinese e l’85% delle cantine è su Facebook.

Ma il rapporto tra vino e web, in Francia, non si esaurisce con la ricerca sull’interattività dei vigneron di Bordeaux, ma anzi si allarga a Cina, Stati Uniti, Inghilterra, Spagna e Canada con lo studio, iniziato nel 2011, e che terminerà tra cinque anni, dell’“Institut du Management du Vin” di Dijon, che ha come obiettivo quello di definire un quadro preciso, a livello mondiale, su quanto si scrive nel mondo del web sul vino, e per identificare i blogger al top nei Paesi coinvolti.

I primi risultati, ad oggi, dicono che i blogger Usa sono per il 69% maschi, e il 75% di loro non ha guadagnato un dollaro dalla propria attività di blogger, e nella maggioranza dei casi (62%) non lavora nell’industria del vino. In Cina, invece, ci sono i blogger più giovani, il 75% ha tra i 26 ed i 40 anni (rispetto al 40% di blogger Usa che ha tra i 40 ed i 55 anni), quasi tutti uomini (78%) e interni al mondo del vino (81%). E, per una delle ricercatrici del programma di Dijon, Evelyn Resnick la differenza più grande tra Cina ed America è che “i blogger americani parlano di vino come piacere, quelli cinesi stanno letteralmente educando un intero popolo al vino”.

da WINENEWS.IT del 18/04/2012

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